WORDS-CARE: FILTRI BELLEZZA

Il voler apparire più giovani e avvenenti non è certo un’esigenza recente. Ai ritrattisti di tutte le corti che hanno costellato la storia umana veniva richiesto di far apparire il soggetto più alto e possente, nel caso degli uomini (ma anche in quello di alcune regine che dovevano legittimare la loro posizione di monarca) o più aggraziate ed eleganti nel caso di alcune dame. La sofisticazione della propria immagine è quindi un’ossessione umana per raccontare una versione di sé e della propria storia, se non della Storia in generale. Oggi, quasi nessuno ricorre più al ritratto, ma il desiderio di averne uno ci ha portati a trasformare l’universo digitale in una galleria di selfie.

Wordscare #5

Artist Pax Paloscia

Diverse per gioco

“Lo sviluppo dei social media e la diffusione degli smartphone stanno radicalmente cambiando la nostra percezione del corpo”, dice Cristina Cassese, antropologa culturale. “Oggi, a seguito dell’evento pandemico, viviamo una fase di ulteriore cambio di prospettiva.

La pandemia da una parte ci ha fatto riappropriare del tempo: l’esperienza del lockdown, in particolare, ci ha dato un’opportunità preziosa che è quella di poter rallentare, di poter assaporare questo tempo che scorre ma dall’altro ci ha portato a vivere sempre di più davanti a quello “specchio delle brame” che ossessionava la matrigna di Biancaneve, uno specchio dei desideri multiforme che è quello delle webcam, dei filtri Instagram, del digitale. Credo si possa affermare che ci troviamo a tutti gli effetti davanti a un bivio: possiamo prendere la strada in cui è lo specchio a muovere i nostri pensieri, le nostre percezioni e dunque le nostre azioni oppure possiamo decidere di raccontare questa storia in un altro modo, con parole parole nuove.” Possiamo decidere di giocare con lo specchio, con consapevolezza.

Specchio, specchio…

La superficie di uno specchio è neutrale. È lo sguardo di chi vi si riflette a non esserlo. Nell’ultimo decennio gli specchi si sono moltiplicati: viviamo in simbiosi con lo schermo del nostro smartphone che ci restituisce la nostra immagine fedelmente, a volte troppo. 

Ma non solo: ci offre la possibilità di modificarla, sofisticarla, correggerla. Quello specchio cessa allora di essere neutrale e si accorda al mood di un istante o alla nostra autostima. Allora correggiamo un po’ la luce per eliminare un po’ di stanchezza, aumentiamo il filtro bellezza per togliere le rughe attorno agli occhi, oppure andiamo ancora oltre “giocando” con filtri che assottigliano il naso, aumentano il volume della bocca o che cambiano il colore degli occhi. Il risultato spesso è quello di vedere il riflesso di un sé che non si può definire potenziale perché spesso la sofisticazione viene così portata all’eccesso da essere un’altra cosa rispetto all’immagine iniziale. La tentazione di mostrarsi sui social attraverso un filtro bellezza può essere forte, ma paradossalmente riduttiva benché esteticamente gradevole: offre una rappresentazione statica di quello che siamo. Perché allora non abbracciare completamente l’idea di gioco, dettarne le regole e offrire molteplici rappresentazioni di sé alternando filtri e realtà, sofisticazioni estreme della nostra immagine e selfie di “giornate no”? Dopo tutto quella del gioco è una dinamica caratteristica e istintiva del genere umano, è lo strumento attraverso cui si instaurano i legami sociali. Tutti avremo sperimentato almeno una volta il gioco “Facciamo finta che…”?

Ecco, l’approccio ai filtri potrebbe riportarci a una dimensione quasi infantile, recuperando il “facciamo finta che…”, come se fosse una pausa evasiva, il desiderio di essere altro. Allo stesso tempo, potremmo scoprire che una narrazione #nofilter di noi stessi ci restituisce più complessità, unicità e, perché no, la leggerezza di potersi riconoscere in tutte le versioni che vogliamo dare di noi.

QUESTO CONTENUTO E' STATO ISPIRATO DA CC CREAM OXYGEN-GLOW

3540550011448 7

 

Words-Care è l’osservatorio di Filorga sui fenomeni e sulle parole della Bellezza che stanno cambiando la visione sull’estetica, sui canoni e sulla cura di sé.